Avete mai sentito parlare delle Nozze Carsiche? sono un matrimonio, una festa, una manifestazione caratteristica del comune di Monrupino (Trieste)
Tratta da un cerimoniale del 1800, la kermesse, che ha ora cadenza biennale, si svolge tradizionalmente l'ultima settimana di agosto e ripropone i momenti salienti dei matrimoni che si celebravano un tempo nei paesi dell'altipiano. La tradizione delle "Nozze Carsiche" è stata ripresa nel 1968
Lo scorso anno è ricorsa la 27° edizione delle nozze carsiche , da mercoledì 26 agosto a domenica 30 agosto, giorno un cui avrà luogo la tradizionale cerimonia nuziale presso la chiesa di Monrupino.
la manifestazione si svolge cosi:
Mercoledì – inaugurazione ufficiale
Giovedì – addio al celibato e nubilato
Venerdì – serenata
Sabato – trasporto della dote
Domenica – matrimonio
Questi sono i principali avvenimenti della settimana accompagnati da altre manifestazioni minori.
Tutta la frazione di Repen è allestita per la festa. Camminando per le strette strade del centro si incontrano vari punti di ristoro che offrono specialità gastronomiche tipiche locali. Nelle giornate dal giovedì al sabato i principali avvenimenti hanno luogo nelle ore serali, mentre domenica la festa ha inizio già alle 8 di mattina, quando lo sposo parte da Repen con un gruppo di amici, arriva a Col a prendere la futura sposa e insieme s’incamminano verso la chiesa sulla Rocca di Monrupino – Tabor. Tutto si svolge rigorosamente a piedi.
Io La festa inizia il giovedì sera. Lo sposo offre agli amici maschi (per tradizione gli scapoli del paese) una cena di "addio al celibato" che si svolge a Repen, mentre la sposa riunisce a Col tutte le amiche per un "addio al nubilato". Dopo le rispettive cene i futuri sposi con il loro seguito si ritrovano nella piazza di Repen per aprire le danze.
La tradizione vuole che i futuri sposi debbano bere tutto d'un fiato grandi quantità di vino locale; la sposa poi viene trasportata con un carretto e per l'ultima volta, ballerà da nubile con quello che a giorni sarà il suo sposo.
Il venerdì sera si svolge la tradizionale serenata, che il futuro marito dedica alla sua bella accompagnato dai giovani del villaggio. La sposa lo ascolta entusiasta dal ballatoio di casa, ma il giovane, per poter accedere tramite una scala a pioli all'abitazione dell'amata, deve fare i conti con la terribile suocera che tenta in tutti i modi di scacciarlo.
Il sabato sera, vigilia delle nozze, è dedicato al trasporto della dote. Davanti alla simbolica casa della sposa, a Col, si ritrovano la giovane, i suoi genitori e un ragazzino che impersona il fratellino piccolo della ragazza. Arrivano i "balarji", i tradizionali trasportatoti della dote. Quest'ultima, chiamata "bala", viene caricata su un carro sul quale prende posto anche il fratellino della sposa, con in mano un cesto contenente una gallina - dono per la futura suocera (simbolo di fertilità). Quando il carro arriva a Repen, davanti all'abitazione dello sposo, è proprio il ragazzino ad avere un ruolo chiave nel complesso rituale. Prima infatti i genitori dello sposo valutano e controllano la dote appena arrivata, poi il fratellino della sposa ha un acceso colloquio con la madre dello sposo poiché non vuole lasciare la gallinella che, a suo dire, è affamata e assetata. La suocera deve riscattare la gallina, cioè dare al bambino una specie di indennizzo in vivande e bevande. La dote viene quindi consegnata e accettata solo dopo che la gallina, e ovviamente l'intera compagnia, vengono generosamente rifocillate, tra gli applausi e una lunga serie di brindisi.
Si arriva così alla domenica, giorno in cui vengono celebrate le nozze. La mattina presto la sposa è attorniata, in casa propria, dalle amiche che la aiutano a vestirsi. L'abito nuziale, sia femminile che maschile, è in realtà il tipico costume contadino della zona e viene perciò confezionato rispettando tutti i canoni della tradizione popolare. Lo sposo si prepara in casa propria dove è raggiunto dagli amici, anch'essi in costume caratteristico. Preceduto da un suonatore di fisarmonica, il corteo dello sposo si avvia verso la casa della fidanzata. Da qui, dopo alcune serie raccomandazioni e frasi di rito tra il promesso sposo e i futuri suoceri, l'intero corteo nuziale si muove verso la chiesa della Rocca di Monrupino, dove viene celebrata la cerimonia religiosa, alla quale assistono solo gli invitati in costume tipico. Prima del sì, davanti all'altare, il più svelto dei due sposi deve rubare all'altro il lembo del fazzoletto bianco - simbolo di verginità - che entrambi tenevano in mano durante la salita alla chiesa.
A cerimonia conclusa, dopo che l'unione è stata sancita dal sacerdote, gli sposi possono uscire dalla chiesa tenendosi per mano e dopo gli auguri di rito l'intero corteo scende dalla Rocca. Il corteo segue poi un percorso prestabilito per raggiungere Col e quindi Repen. Alla Casa Carsica, che simboleggia la dimora dello sposo, si svolge il rituale della consegna della sposa. Secondo l'antico cerimoniale, ai suoceri vengono presentate come nuore dapprima due donne già in età, che essi rifiutano categoricamente. Solo al terzo tentativo si presenta la vera novella sposa che conquista i due suoceri anche grazie ai regali per loro confezionati: la suocera riceve un grembiule, il suocero invece un fazzoletto blu e un bellissimo "kolač" (pandolce a forma di ciambella). Dopo questa lunga cerimonia, tutta la comitiva raggiunge il locale dove ha luogo il pranzo nuziale a base di piatti tipici della zona.
La festa prosegue poi per tutto il pomeriggio fino a sera inoltrata con dei saggi di danze folcloristiche aperte dagli sposi, seguiti dai loro invitati e da chiunque voglia ancora divertirsi.
E ditemi conoscevate questa tradizione?