Oggi la Chiesa festeggia San Giorgio. Stavo cercando notizie sul santo, quando ho trovato quest'antico rituale delle ragazze siciliane che mi ha fatto pensare a noi, all'attesa delle nozze. Anche se noi abbiamo già i nostri fm e novelli sposi, ho pensato di condividerla perché è molto suggestivo. Un bacio a tutti.
La notte della vigilia di San Giorgio (23 aprile), martire Patrono dell’Arma di Cavalleria, particolarmente venerato in molti Comuni della Sicilia, le ragazze che aspirano a sposarsi preparano un rituale particolare, fissato da norme ben precise dettate da consuetudini religiose che si tramandano, ancor oggi, di generazione in generazione, e che – a detta delle interessate – danno sempre dei buoni risultati. La ragazza dovrà pulire ed ordinare la sua stanza con cura e attenzione, perché sia degna di accogliere l’ospite di riguardo (San Giorgio); porrà sulla panca, dov’è conservato il suo corredo, qualche capo di biancheria intima; stenderà ai piedi del letto un panno bianco di lino (mai ‘ncignatu / mai usato), accenderà una candela alla finestra e lascerà la porta socchiusa. Si scioglierà i capelli e si metterà a letto, recitando la seguente preghiera:
“Oh, San Giorgiu miraculusu,
martiri santu, valenti cavaleri,
fammi attruvari l’omu amurusu,
masculu onestu, beddu, sanseri.
Ti l’addumannu mansu e virtuusu,
travagghiaturi e c’avissi un misteri;
e mi purtassi puru dintra un pirtusu,
fattu di paci e d’amuri, senza pinseri.
Si apri ‘stu cori, chi tegnu scurusu,
viri arrinesciri ‘na brava muggheri;
lu to nòmi mettu a lu primu carusu,
si mi maritu, senza cchiù smaniari. ”
(segue un pater, un’ave e un gloria)
martire santo, valente cavaliere
fammi trovare l’uomo che mi ami
maschio onesto, bello ,”Sanseri?”
te lo domando, calmo e virtuoso
lavoratore e che abbia un mestiere
e mi porti anche dentro un buco
fatto di pace e d’amore, senza pensieri
si apre questo cuore, che tengo buio
vedi diventarmi una brava moglie
il tuo nome metterò al mio primo figlio
se mi sposo senza più tormentarmi. Alcune asseriscono di aver sentito distintamente il rumore degli zoccoli di un cavallo per casa, interrompersi poi davanti all’uscio socchiuso; di aver trovato spiegazzata la biancheria posta sulla panca, indizio questo che lascia supporre il suo utilizzo per l’imminente matrimonio; e per ultimo – ma la fantasia popolare accoppiata alla paura crea leggendarie storie – che sul panno disteso ai piedi del letto è stato chiaramente rilevato un alone, verosimigliante all’orma lasciata dallo zoccolo del cavallo, quasi fosse la sigla del santo, che desse la certezza di un prossimo sposalizio.