Dalla notizia di Giulia e Nicola apparsa in questi giorni su vari siti giornalistici, tassati perché non hanno versato subito le donazioni ricevute il giorno del loro matrimonio (ma svariati giorni dopo) e il fisco li ha accusati di evasione, mi sono informata per non avere problemi.
Vari siti legali suggeriscono di chiedere bonifici o assegni ai nostri invitati per avere un documento che attesti che la donazione sia collegata al matrimonio. (Le donazioni non devono essere dichiarate al fisco, ma purtroppo bisogna provare che sia una donazione se vogliono controllare alcune nostre spese)
Secondo la Cassazione, fornendo la prova documentale che i soldi sono il frutto di regali di matrimonio, l’Agenzia delle Entrate non può fare nulla. Questo perché, come detto, una volta che il contribuente ha dimostrato la natura non imponibile della maggiore disponibilità economica (appunto i soldi delle donazioni) non può subire un accertamento fiscale.
Quindi se doveste ricevere dei regali in contanti, andate o mandate qualcuno a versarli il giorno dopo (massimo 2 giorni) dal matrimonio!
La Cassazione ha ribadito proprio questi principi, sottolineando però che la dimostrazione delle donazioni da matrimonio deve essere data con documenti. Ma abbiamo anche detto che le buste vengono (e possono essere) date in contanti. Cosa deve fare il contribuente? Sicuramente, come anticipato, il metodo migliore per non avere mai problemi è farsi dare assegni o bonifici. Quando ciò dovesse mancare, si suggerisce di depositare in banca la cifra all’indomani del matrimonio in modo da far notare la coincidenza di date tra la liquidità e la cerimonia. L’alternativa è evitare di usare i soldi per spese “tracciabili”.