Buongiorno a tutte ragazze,
ho pensato a lungo se aprire o no questo topic, questo è uno spazio "felice" e detesto chi vuole fare terrorismo psicologico (lo odiavo da donna incinta e lo odio ancora adesso), anche perché credo ancora che si possa avere un bel parto, solo che bisogna avere davvero una grande fortuna, e secondo me nessuna è mai davvero preparata e pronta ad affrontare quello che l'aspetta.
Comunque alla fine ho deciso di raccontarvi il mio brutto parto, non per spaventare nessuna (anzi, donne in prossimità di partorire, evitatevi la lettura!), quanto per condividere e per quanto mi riguarda personalmente, tentare di superare, un'esperienza che magari può aiutare qualcun'altra, e ovviamente se anche altre ragazze hanno voglia di condividere la loro esperienza poco felice, diciamo, sono le benvenute.
Oggi mia figlia ha quasi 6 mesi, è una bambina vivace e sempre sorridente, di notte si sveglia diverse volte, non è una gran mangiona ma è un vero tesoro. E sta bene, cosa che 6 mesi fa non era affatto scontata.
Ho avuto una gravidanza perfetta (a detta della mia ginecologa), valori perfetti, eco perfette, mai grossi disturbi o fastidi, non sono mai andata al ps, se non alle primissime settimane, quando avevo tanti disturbi, e 4 giorni prima di partorire. Purtroppo il parto è stato tutto meno che perfetto (anche se insistono nel dirmi che è stato "da manuale", e vabbè!).
Ho rotto le acque un martedì mattina, liquido chiaro, zero contrazioni. Con tranquillità ho chiamato mio marito e ci siamo mossi verso la clinica: visita e monitoraggio. Dal momento che l'attività contrattile in pratica è immobile, mi fanno la profilassi di antibiotico e mi ricoverano: se entro 24 h non partono le contrazioni, mi indurranno il parto.
L'indomani, nonostante la notte fosse stata abbastanza movimentata (mi svegliavo ogni 20 minuti circa per i dolori, anche se non erano ancora abbastanza intensi), mi inducono il parto con fettuccia. Nel giro di 20-30 minuti iniziano le contrazioni fortissime e ravvicinate, calcolate che sono passata dal non avere in pratica contrazioni ad averne una ogni 5 minuti all'inizio, nel giro di 2-3 ore erano diventate continue senza interruzione, tanto che hanno dovuto darmi un altro farmaco per rallentarle, dal momento che dopo quel lasso di tempo avevo ancora una dilatazione di 2 cm.
Così, concentrata al massimo sulla respirazione e con l'aiuto di un paio di docce calde, passano circa 8 ore: la dilatazione arriva a 5 cm scarsi, sono le 7 di sera e finalmente mi portano in sala parto, dove posso fare l'epidurale.
Finalmente i dolori passano e posso un po' riposarmi. La dilatazione procede ancora lentamente, ma comunque un po' più veloce di prima, con l'ostetrica e mio marito ci mettiamo in varie posizione per favorire la discesa della testa che è ancora alta, a -2. Passeranno ancora 4 ore prima di avvertire le prime spinte. In tutto ciò sono ovviamente costantemente monitorata, tutto sembra andare bene. Verso mezzanotte iniziano finalmente le spinte vere, quel momento mi è sembrato tutto molto caotico, da che eravamo solo in 3, io, mio marito e l'ostetrica, siamo improvvisamente raddoppiati. So che ci siamo quasi perché è arrivato anche il neonatologo, e ci sono ben due ginecologi con me, oltre all'anestesista e diverse infermiere. Ricordo che a un certo punto le contrazioni sono fermate, e hanno dovuto darmi l'ossitocina o non saremmo andati avanti. Iniziano le spinte finali, 3 sessioni da 3 spinte, con il caro ginecologo che mi premeva il gomito sul fondo dell'utero perché mia figlia risaliva (aveva due giri di cordone) e ovviamente mi ha dovuto fare la manovra di Kristeller (che ricordo come la cosa peggiore di tutto il parto, perfino delle contrazioni! Quella sensazione di stare per affogare e di non avere più fiato difficilmente la dimenticherò), e non mi sono risparmiata nemmeno l'episiotomia. 20 minuti di spinte e finalmente nasce. Quello per me è stato il momento più brutto della mia vita: mia figlia è inerme sul mio petto, non piange, non respira. Da quel momento si scatena il delirio, mio marito buttato fuori dalla sala, mia figlia nelle mani del neonatologo e dell'anestesista che cercano di rianimarla e intubarla, io nelle mani dell'ostetrica che cerco di capire che succede mentre di fatto mi toglie la placenta (contrazioni di nuovo 0).
Non ho mai sentito mia figlia piangere, quei momenti sono stati orribili, riuscivo solo a piangere e a chiedere disperatamente cosa fosse successo, e nessuno si degnava di rispondermi. Loro non sono attrezzati, quindi chiamano il Bambin Gesù che nel giro di circa 20 minuti manderà l'ambulanza con l'incubatrice. Ricordo l'arrivo dell'incubatrice, avevano appena finito di ricucirmi ed io ero distrutta, e semicollassata per l'anemia che poi mi hanno diagnosticato. Mi portano in un'altra stanza dove mi tiene compagnia mia madre, mio marito è impegnato con lo staff medico che nel frattempo cerca di stabilizzare mia figlia. Me la portano un attimo prima di portarla via: aveva una folta massa di capelli e occhi ben aperti sul mondo. Povera piccola, non oso nemmeno immaginare che shock sia stato per lei.
Diagnosi: asfissia perinatale grave, apgar 1 e 3 (a 5 minuti), praticamente nata morta in qualche modo è tornata alla vita. La tengono in terapia intensiva per il trattamento di ipotermia terapeutica che dura 72 ore, un metodo nuovo che permette di preservare gli organi nei casi di asfissia. Io l'ho vista per la prima volta dopo 4 giorni, mi hanno dovuto tenere ricoverata un giorno in più per l'anemia, per la quale mi hanno dovuto fare 2 trasfusioni di sangue e 2 sacche di albumina, per un giorno intero non potevo muovermi né alzarmi per la debolezza, quando ho provato a farlo per andare in bagno sono svenuta.
Dopo l'ipotermia è rimasta altri 2 giorni in tin, semisedata e sotto barbiturici a causa di 2 episodi di convulsioni, poi l'hanno spostato in semi-intensiva, dov'è rimasta per altri 10 giorni.
Mia figlia ha causa dell'intubazione ha avuto uno pneumotorace al polmone sinistro, e poi al polmone destro, anche se lei è stata fortissima e ha reagito subito, dopo 8 ore dalla nascita era già stata estubata perché respirava da sola. A 7 giorni di vita ha dovuto fare la risonanza magnetica: ovviamente quelli che tutti temevamo erano danni cerebrali permanenti. Fortunatamente la risonanza è negativa, anche se hanno riscontrato un'emorragia cerebrale esterna al cervello che non lascerà conseguenze, ma che deve riassorbirsi. Dopo la risonanza ha fatto anche la tac, anche quella negativa.
Il danno l'ha avuto ai reni: un'insufficienza renale acuta all'inizio, poi la perdita di bicarbonato con le urine, che le è stato integrato tramite agocannula. Dall'ultimo controllo renale risulta ancora una dilatazione che si spera rientri da sola.
Dopo 16 giorni dalla nascita l'abbiamo potuta portare a casa finalmente e lì la nostra vita è finalmente ricominciata. E' stata l'esperienza peggiore della mia vita, il trauma di quando l'ho vista la prima volta ancora non riesco a superarlo, ma so di essere stata non fortunata, ma atra-fortunata ad averla qui con noi, e in salute. Non ha riportato danni permanenti, anche se ovviamente siamo stati inseriti in un programma di follow-up che la seguirà per tutta la crescita in quanto considerata una bambina a rischio neuro-evolutivo, anche se fortunatamente all'ultima visita neurologica ci hanno detto che è tutto nella norma.
Tutto mi sarei aspettata tranne che una nascita così difficile, si pensa sempre che se hanno partorito tutte ce la faremo anche noi, ed è vero, ma non si pensa mai a tutti i rischi e le complicazioni che un parto può riservare (non per niente di parto si moriva e si continua a morire). La cosa che mi fa tanta rabbia è non avere una spiegazione a quello che è successo, lo trovo inconcepibile con una gestazione senza problemi e un feto sano, e con un parto, a detta degli operatori sanitari, nella norma, tanto da non richiedere la necessità di cesareo (che è la prima cosa che ho chiesto, perché non me lo avevano fatto!). Tutta questa storia ci vorranno anni prima che io e mio marito riusciremo a lasciarcela alle spalle, e sì avere lei è la cosa più bella e aiuta tanto, ma purtroppo non cancella la rabbia per quello che sarebbe potuto essere e non è stato (lo so, sarebbe potuta andare peggio, ma purtroppo non mi consola), vedi l'allattamento che ovviamente non è stato possibile: mi sono tirata il latte finché ho potuto, in sin me l'hanno anche fatta attaccare un paio di volte, ma il massimo che tiravo fuori erano 10-20 gr a poppata quando mia figlia ne necessitava almeno 80. Il nostro primo contatto fisico è stato quando aveva 5 giorni, e me l'hanno fatta prendere in braccio per la prima volta. Ho scoperto un mondo, quello della terapia intensiva neonatale, che non avevo mai preso in considerazione, perché si ha sempre la presunzione che a noi certe cose non possono succedere. E invece accadono, e vedere tutti quei bambini così piccoli era ogni volta un colpo al cuore, perché alla fine tutti i bambini della tin diventano in qualche modo figli tuoi, quindi ti chiedi oggi come stanno Tommaso, Bianca e Beatrice, e anche i loro genitori, se sono riusciti a superare quel trauma. Io sono grata ai medici che hanno aiutato mia figlia e, nonostante tutto, conservo un bel ricordo della semi-intensiva, dove le infermiere avevano sempre una parola pronta per sdrammatizzare e ti aiutavano, dove ho cambiato per la prima volta mia figlia e l'ho vestita per la prima volta dopo il bagnetto. Sono stati giorni difficili e di grande incertezza, vedevi lei e ti sembrava una neonata normale come tutti, poi parlavi coi medici e tornava il magone, anche se ha detta di tutti i medici lei ha avuto una "ripresa straordinaria".
Ancora non so bene come superare tutto questo, alla fine si va avanti e si cerca di fare del proprio meglio, ma a volte ci si sente come se sulle spalle si portasse un macigno di 20 tonnellate. Prima o poi passerà, forse. Di sicuro, non vorrò mai più ripetere l'esperienza del parto naturale, e semmai volessi fare un secondo figlio, andrò a farmi programmare un cesareo dove sarà possibile, e magari potrà essere un'esperienza più felice. Il dolore fisico è brutto ma si supera (io i dolori del parto non li ricordo proprio, forse li ho rimossi per necessità, non saprei), è quello mentale che è decisamente più complicato da gestire.