Ciao a tutte, è la prima volta che scrivo perché sento di aver bisogno di un confronto. Scusate la lunghezza del post, ma la mia storia è un po' complessa. Io e mio marito abbiamo quasi 39 anni e cerchiamo una gravidanza da gennaio 2022.
A settembre scopriamo il primo positivo, ma la gravidanza si interrompe a 5 settimane in aborto spontaneo. Nonostante fosse la prima gravidanza il ginecologo ritiene opportuno effettuare esami per la poliabortività: risulta una mutazione del gene PAI 1 (4g/5g) e una mutazione C677T del gene MTHFR in omozigosi. Essendo i valori dell'omocisteina nella norma, mi viene spiegato che tali mutazioni non comportano rischi di poliabortività.
A novembre resto nuovamente incinta, ma la beta cresce poco e male ed ho continue perdite. Mi affido ad una nuova ginecologa che sospetta una gravidanza extrauterina, poi confermata ecograficamente. Una settimana di ricovero ospedaliero ed intervento in laparoscopia di rimozione della tuba destra. In ospedale mi dicono che non c'è correlazione col precedente aborto e che sono solo sfortunata. Inizio una serie di esami, tra cui isteroscopia che mostra un utero nella norma e un piccolo polipo subito rimosso e tampone endometriale da cui risulta un'infezione da escherichia coli, curata con antibiotico.
Ad aprile 2023 terzo positivo. La beta cresce bene, a 5+6 si vede un embrioncino di 5 mm ben impiantato in utero e la settimana successiva vediamo il battito. Siamo felici finalmente, increduli addirittura, perché sembra andare tutto per il meglio. Anche gli esami del primo trimestre risultano tutti nella norma. Alla visita di controllo della decima settimana, però, il battito si è interrotto. La crescita risulta ferma a 8+1, aborto ritenuto. Mi fissano il raschiamento nel giro di pochi giorni. La situazione va di male in peggio. Durante l'intervento, all'inserimento del primo dilatatore di hegar, ho un'emorraggia così forte che ho letteralmente rischiato la vita. I medici hanno valutato anche l'asportazione dell'utero, ma fortunatamente sono riusciti a bloccare la perdita di sangue con l'inserimento di un palloncino/drenaggio. Due giorni di ricovero e dimissione protetta con una diagnosi sconfortante. Si sospetta una MAV uterina (malformazione arterovenosa, piuttosto rara), probabilmente congenita. Mi sconsigliano, fino a diagnosi definitiva, di cercare una nuova gravidanza perché potrebbe essere pericolosa. Al momento non mi resta che attendere il prossimo ciclo nella speranza che l'utero si pulisca da solo, per evitare un nuovo raschiamento, in quanto sono ancora presenti dei residui (mi hanno detto che in sala operatoria hanno fatto quel che hanno potuto, ma a causa dell'emorragia ad un certo punto si sono dovuti fermare). Attendo anche i risultati dell'esame citogenico sul feto, per avere informazioni su eventuali anomalie cromosomiche.
Non riesco a spiegarvi come mi sento, sono distrutta fisicamente ed emotivamente e mio marito è sconvolto quanto me. Stavolta faccio fatica a rialzarmi anche perché non ho idea di quello che mi aspetta se sarà confermata o meno la diagnosi di MAV. Qualcuna che ha affrontato un percorso del genere può darmi una parola di conforto?