E' la prima volta che utilizzo questo sito per sfogarmi, ma oggi davvero sono arrivata al limite della sopportazione. Passino i "siete troppo sdolcinati", passino i "ma che vi sposate a fare", i "tanto poi divorzierete come tutti", e i vari "ma che noia la cerimonia religiosa con i canti della parrocchia"....ma "speriamo in un bell'infarto di qualcuno durante la giornata, così ci divertiamo un po' e si movimenta il matrimono" no!
NO!
Sono rimasta così pietrificata, sconvolta dalla frase (detta ridendo..ma che cosa c'è da ridere!) che non sono stata in grado di rispondere! E questa è la cosa che mi fa più rabbia!
Mio padre è cardiopatico..ed una delle mie più grosse paure in queste giornate di preparazione è che la troppa emozione lo possa far sentire male, in una giornata oltretutto estiva e quindi di gran caldo. Pensavo e ripensavo quindi al fatto che mi sarei dovuta un po' contenere, per non cedere troppo all'emozione, per non fare piangere anche lui. Pensavo a come poterla "prendere a ridere", per rendere l'atmosfera leggera e gioiosa.
E poi se ne spuntano questi personaggi (anche invitati!!!!) che augurano il male!!!???
Ma perchè!? Me lo chiedo davvero! Si tratta di invidia, cattiveria o semplice infelicità personale, che li porta a scaricare le sfrustrazioni sugli altri?
Un invito è un invito, appunto, non un obbligo, se non sei felice per me, se non ti importa, se ti auguri e mi auguri che succeda qualcosa di brutto in un giorno di festa, devi starmi solo lontano il più possibile! Ho telefonato al mio fm, sconvolta gli ho raccontato l'episodio, e mi ha detto che per lui può anche non venire al matrimonio, e che se lo incontrerà non esiterà a dirglielo, e mi ha suggerito di fare altrettanto.
Sono così arrabbiata, più con me stessa, che non riesco a reagire alla cattiveria e me ne resto imbambolata, troppo scossa per rispondere. Non riesco proprio a comprendere questi comportamenti...li trovo assurdi. Sono così triste..non riescodavvero a capire..
Ho detto al mio fm che dobbiamo pregare tanto, perchè è evidente che la nostra felicità è indigesta a qualcuno.