Buongiorno ragazze, vi scrivo per un confronto.
Mio figlio di due anni ha iniziato il nido ( privato ) a settembre scorso, e si è ammalato di continuo già da settembre. Influenze varie, due bronchiti e infine a dicembre il virus sinciziale respiratorio che e'durato quasi un mese. Avrà frequentato in autunno venti giorni su tre mesi, lo sapevamo, eravamo preparati anche se non a questo livello. Il pediatra ci ha consigliato per non debilitarlo troppo e per non prendere l'ennesimo antibiotico a stretto giro dall'ultimo virus di fare una pausa a gennaio dato il nuovo picco previsto a gennaio. Fatta questa pausa mio figlio torna a febbraio, fa quattro giorni di asilo e si ammala di nuovo (siamo da 4 giorni con febbre alta e tachipirina e rischiamo di nuovo di prendere antibiotico ). Al secondo giorno del rientro all'asilo accompagnando mio figlio all'ingresso ho incrociato il padre di una bimba della sua classe che portava la bimba a scuola con una tosse terribile e continua quasi da non avere il tempo di respirare e che rispondeva ad un'altra mamma che gli chiedeva come stesse ancora la bambina che stavano ancora abbastanza rovinati. Allora io capisco e so che all'asilo i bimbi si ammalano spesso e si scambiano di tutto, capisco anche che i bambini vadano un po'raffreddati con tosse ecc.. ma mi chiedo c'e'un limite per cui gli operatori del nido non dovrebbero accettare di fare entrare bambini che stanno ancora visibilmente piuttosto male? Possibile che esista come discriminante solo il covid? Vi chiedo un confronto per sapere come si comportano gli asili nido in cui vanno i vostri figli perché io e mio marito stiamo pensando seriamente di cambiare nido, ma prima volevo capire se e'un atteggiamento generalizzato degli asili oppure ci sono strutture che si comportano diversamente.
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