Ciao a tutti. Scrivo ancora su questo forum dove ho più volte trovato sollievo. Ho 39 anni a aprile e ho una relazione con il mio fidanzato che ne ha 47 da 6 anni. Sono stati 6 anni positivi ma non percorsi come avrei voluto, nel senso che per sue convinzioni religiose che ho sempre cercato di rispettare non abbiamo potuto passare più di una settimana assieme, convivere, ecc...
L'affitto di una casa dove abitare è stato vincolato da lui, a agosto 2023, allo stabilire una data di matrimonio che è stata concordata, allora, a maggio di quest'anno. La mia speranza è stata, da allora, avendo a disposizione la casa da agosto, di poterci fermare assieme, condividerla per qualche giorno la settimana che lui non hai mai voluto in quanto, a suo dire, la casa nuziale non va abitata prima dagli sposi. Un mese fa gli ho ribadito che, nella sincerità dei miei sentimenti, avendo subito alcuni abusi emotivi da piccola e da adolescente, per riuscire a essere serena per il matrimonio avrei avuto bisogno di alcune settimane almeno di convivenza. Da allora è sparito per 14 giorni e mi fa sentire continuamente in colpa per chiedergli questo non rispettando i suoi valori, dice che se lo amassi non gli chiederei di cambiare e che lui va benissimo ed è perfetto così come è.
Mi chiedo che cosa io stia sbagliando e se me lo scrivete sarà per me a questo punto occasione di comprensione per me stessa...non so se riuscirò davvero a essere pronta al matrimonio nel modo in cui vuole lui tanto più che non ammette alcuna separazione dopo da quanto ha dichiarato. Non vorrei dipingerlo come un mostro quale non è ma queste prescrizioni rigide mi spaventano. Mi ha già detto che o lo sposo a maggio senza convivenza o mi lascerà...
Grazie se volete darmi un vostro parere o correggermi nei miei errori
Un abbraccio :-)