Quindi, bando al superfluo, e andiamo avanti con l’argomento del giorno, un argomento salatatonfuori per caso durante un confronto ben educato (almeno uno, per fortuna) con una di voi: IL VELO.
C’è chi lo ama, chi non lo tollera, chi crede che senza un abito da sposa non sia completo e chi da quello strato di tulle si sente sopraffatto. Ma cosa sappiamo del velo, delle sue origini? E quanto il significato simbolico ancestrale di questo ornamento s’è modificato fino a oggi? Per partire dalle origini dobbiamo tornare all’antica Roma: il velo, rosso o giallo, era un simbolo di buon augurio: lo indossava la sposa e durante la cerimonia di nozze veniva poi psto anche sulle spalle dello sposo, quasi a protezione della coppia. Il velo veniva poi fermato da una coroncina di fiori d’arancio (vi ricorda qualcosa?) come baluardo di vittoria della purezza sulle tentazioni (simbolo e testimonianza della verginità della sposa). Con il passare del tempo questa coroncina ha lasciato il posto a dei fili d’oro e di perle, il cui scopo ultimo era sí protettivo, ma dalle malelingue e dai malauguri. non sempre però il velo è servito a scopi “alti” come quelli precedentemente elencati, anzi: molto spesso questo pezzo di stoffa simbolo di antico rigore e sintomatico di mistero serviva solo e soltanto a una cosa: COPRIRE IL VOLTO DELLA SPOSA. Ebbene, ai tempi dei matrimoni combinati, allo sposo non era assolutamente concesso di sollevare il velo prima della fine della cerimonia, di modo che potesse svelare il volto della propria sposa solo a giochi fatti, quando indietro non si poteva tornare: la X donna non particolarmente piacente era ormai stata “piazzata” dalla famiglia d’origine, e celebrato il matrimonio non esisteva rescissione. Usanza infelice, e anche decisamente svilente della donna in quanto essere umano senziente, fatta di molto altro più che del proprio involucro di carne, sicuramente provvista di una dignità anche in questo caso calpestata, non trovate anche voi? Eppure corre, il tempo. Corre e si porta via il ricordo simbolico di queste tradizioni, e resta solo un pezzo di tulle, bellissiml a parere mio, che si sceglie per vezzo di indossare o meno. Possiamo senza dubbio dire che l’ “habitat” naturale del velo sia la chiesa, meno adatto è invece al rito civile. A cattedrale, a mantiglia, con ricami, impreziosito di perle, in puro tulle di seta: di veli ne esistono delle qualità e forme più disparate, e a ogni vestito va associato il suo. Una regola fondamentale? Se il vostro vestito ha uno strascico, il velo deve RIGOROSAMENTE essere lungo ALMENO il doppio dello stesso!
E voi, cosa farete? Avete scelto di indossarlo o ne farete a meno? E perché?