Ogni tanto in community si parla di “promessa” e tutte le volte qualcuno si chiede: ma cos’è questa promessa? Fino a poco tempo fa pensavo che il termine corretto fosse richiesta di pubblicazioni, ossia quello che in altre parti d’Italia si dice “fare le pubblicazioni”. Poi però mi sono incuriosita, ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che si tratta di due modi diversi per indicare la stessa cosa.
Prima di sposarsi, infatti, bisogna far effettuare le pubblicazioni, richiedendole al comune in cui risiede uno dei due sposi. E’ una pratica semplicissima, in quanto si tratta soltanto di compilare un modulo e poi firmarlo, allegando la richiesta di pubblicazioni del parroco nel caso si voglia celebrare il matrimonio concordatario, o altri documenti quando si verifichino situazioni particolari. Non è neppure necessaria la presenza degli sposi, che possono delegare un’altra persona a firmare al posto loro. Per questo motivo in alcune parti d’Italia questa richiesta è considerata un semplice atto amministrativo, da sbrigare come una normale pratica d’ufficio.
Secondo il nostro Codice civile però la richiesta di pubblicazioni può considerarsi “promessa di matrimonio”, il che non vuol dire molto (infatti se il matrimonio non viene celebrato dopo 180 giorni dalla pubblicazione non succede nulla, semplicemente le pubblicazioni vanno rifatte). L’unico obbligo previsto per chi non rispetta la promessa è il risarcimento delle spese sostenute dall’altra parte, tipo acquisto vestiti, regali, anticipi, caparre ecc., ma sempre in modo proporzionato alle condizioni economiche dei due promessi sposi. Tuttavia questo è il motivo per cui in altre parti d’Italia la richiesta di pubblicazioni viene chiamata “promessa” e celebrata con una certa solennità.
Insomma ha ragione sia chi festeggia e chi no, a seconda se vede la pratica come semplice “richiesta”, o come solenne “promessa”
E dove abitate voi come si considera la cosa? Richiesta o promessa?
In Emilia Romagna tendenzialmente non si festeggia.